29 dic 2011

CasaPound censura gli scritti di Casseri: ripubblicati in esclusiva, la storia non si cancella!

Non si arrestano i "fan" criminali del criminale, che sul web incitano all'odio razziale e a compiere reati, oltre a fare vero e proprio proselitismo neo-nazifascista; intanto CasaPound ha rimosso dal suo sito gli scritti di Casseri oscurando anche le "copie cache" dei cinque articoli recentemente pubblicati su "ideodromo":

 troppo scomodo vedere cosa ci si può permettere di scrivere e cosa si cova realmente nella loro fogna fascista che punta a essere la "faccia pulita" del più bieco estremismo di destra, ma "La Repubblica dei Pomodori" li ripubblica in esclusiva (li trovate di seguito)...














                                                                                                       






È noto che il nostro ordinamento giuridico, come quello di tutti i paesi che si reputano civili, stabilisce l’indipendenza della magistratura dagli altri poteri dello stato nonché da condizionamenti di ogni tipo, in primo luogo di natura politica. Questo principio, quando viene seguito (e per la verità non avviene sempre), può indurre gli organi giudiziari a decisioni che non si piegano all’esigenza del politicamente corretto. Una di queste fu senz’altro la sentenza del Tribunale Supremo Militare n. 747, emessa nell’udienza del 26 aprile 19541.

La corte era chiamata a pronunciarsi sul ricorso presentato da un gruppo di ufficiali e sottufficiali della Legione della Guardia Nazionale Repubblicana “Tagliamento”, inquadrata nelle forze armate della Repubblica Sociale Italiana, che erano stati condannati due anni prima dal tribunale militare di Milano per l’esecuzione di numerosi partigiani, per sevizie durante gli interrogatori e per aver collaborato con i tedeschi. I giudici respinsero la maggior parte dei ricorsi anche se applicarono agli imputati il condono previsto dalla legge 19 dicembre 1953.

20 dic 2011

L’estremismo di destra: dal massacro di Firenze alle “crociate” di Militia Christi.

 RICHIESTA DI RETTIFICA DA PARTE DI GIUSEPPE PIERISTè

Il Sig. Giuseppe Pieristè scrive a “La Repubblica dei Pomodori” in quanto, nel post di seguito ci sarebbero delle calunnie a suo danno, infatti afferma di non aver mai partecipato ad alcuna iniziativa del movimento “Militia”.

Se un’imprecisione c’era stata da parte di chi scrive questo blog, era quella di aver usato un presente storico laddove, dato che le indagini della magistratura erano ancora in corso, sarebbe stato meglio un condizionale: infatti, come si comprende anche dal resto dell’articolo, si parlava di un’indagine definita “Lama” riportando nomi e avvenimenti a cui stampa e comunicati avevano dato ampio risalto, sicuramente molto più ampio del modesto, e molto a carattere personale, blog da me curato.

Quindi, probabilmente anche per la chiusura delle indagini visto che le cronache parlano di un giudizio imminente (il processo dovrebbe iniziare l’11 dicembre), alcune delle posizioni saranno state stralciate e a buon ragione, in attesa che la giustizia faccia il suo corso, alcuni chiedono di non essere accomunati a certe vicende. Si ribadisce ancora che il Pieristè smentisce qualunque partecipazione diretta o indiretta alle attività del suddetto movimento accusato di terrorismo.

In più lo stesso richiede la rimozione delle sue foto in quanto avrei violato la sua privacy: ho deciso comunque di oscurale (anche se si parlava di altre vicende che riguardavano il suddetto e non solo della recente inchiesta “Lama”) e comunque, anche se la sua privacy fosse stata violata lo si è fatto in nome del diritto di espressione e di cronaca.

Di seguito il testo per esteso del messaggio del Pieristè.

Con riferimento all’articolo “DA “AVANGUARDIA NAZIONALE” A “MILITIA”:  
CRONACHE DI UNA DESTABILIZZAZIONE ANNUNCIATA”, pubblicato nella pagina  
http://larepubblicadeipomodori.blogspot.it/2011/12/lestremismo-di-destra-dal-massacro-di.html   
da lei gestita e visibile da molto tempo nei motori di ricerca sono a  
precisare che, contrariamente a quanto affermato nel predetto articolo, non  
sono membro, né lo sono mai stato, del gruppo politico di estrema destra  
denominato “Militia”, né tale asserito coinvolgimento è mai stato  
giudizialmente accertato.

Risulta, quindi, infondata l’affermazione secondo cui, in detto scritto da  
lei pubblicato nella pagina web:
http://larepubblicadeipomodori.blogspot.it/2011/12/lestremismo-di-destra-dal-massacro-di.html
io sarei uno dei principali animatori del movimento "terrorista Militia"
Rigetto, infine, l’accusa di aver, anche solo indirettamente, partecipato o  
contribuito a detto movimento Militia.  Inoltre le faccio presente che lei  
pubblicando le mie foto ha anche violato la mia privacy.


Ascoli Piceno, li 8 ottobre 2013



Sig. Giuseppe Pieristé




In 48 ore si sono susseguiti due eventi che fanno capire quanto sia pericolosa l’estrema destra nella penisola sia indirettamente con le sue ideologie che direttamente con atti terroristici. Gli eventi sono connessi a due gruppi rivali, “Casa Pound” e “Militia”: il primo è quello tragico di Firenze dove un uomo della sezione toscana di “Casa Pound” in preda alla follia razzista ha improvvisamente fatto fuoco su migranti del Senegal uccidendone due (Modou Samb e Mor Diop) e ferendone altri tre, prima di suicidarsi circondato dalla polizia; invece a Roma i carabinieri del Ros, con un’indagine denominata “Lama” partita nel 2008, su ordine dell’antiterrorismo della procura romana, hanno arrestato per reati che vanno dalle minacce alle istituzioni e a chi le rappresenta fino all’incoraggiamento dell’odio etnico-razziale passando per l’apologia del fascismo, cinque esponenti di “Militia” con precedenti analoghi: tra i loro obbiettivi, oltre a politici nostrani come “il traditore” Alemanno e la comunità ebraica, c’era perfino l’ex presidente USA Bush. Volevano creare un “network” nazionale di sigle neofasciste per una guerra xenofoba e contrapporsi alle istituzioni democratiche.

A FIRENZE LO “SPETTRO” DI OSLO    
foto Afp

Nei media l’accostamento dell’autore della strage di Oslo Breivik, a Gianluca Casseri, il cinquantunenne nato in provincia di Pistoia che si sarebbe vendicato di risentimenti misti a bieco razzismo verso gli africani, sparando sui primi senegalesi che ha avuto a tiro in due distinti mercati rionali nel giro di circa tre ore, è tragicamente scontato: oltre alla dinamica dell’attentato che, almeno apparentemente,
si può definire “da cane sciolto”, oltre alla matrice razzista e antislamica, negli scritti dei due (quello del norvegese tanto programmatico quanto delirante e quelli del toscano connessi ad arte, filosofia ed esoterismo)  si ritrova la “sinistra” passione (anche se tipica della destra più radicale) per i miti celtici.

LE SMENTITE DI “CASA POUND” E L’HARD DISK DEL RAGIONIERE ELEVATO DAL WEB A “EROE NERO”


24 nov 2011

Emergenza rifiuti a Roma: Cerroni e “Casalesi” nella scelta dei siti




QUESTI I DUE VIDEO CORRELATI ALLA WEB INCHIESTA de "la Repubblica dei Pomodori" su "Pummarolachannel"







“La Repubblica dei Pomodori” seguirà le vicende dell’emergenza rifiuti a Roma, precisamente dell’ultima “emergenza”: quella detta “per il superamento dell’emergenza ambientale nel territorio della provincia di Roma”.
Con questo articolo verranno riepilogati i passaggi fondamentali che hanno portato alla scelta dei siti, e verranno forniti dettagli esclusivi sulla vicenda di Corcolle.

MALAGROTTA E L’EMERGENZA “DELLA STAGIONE AUTUNNO-INVERNO” 2011
Lo stato d’emergenza proclamato dall’ultimo governo Berlusconi troverebbe giustificazione nella nuova procedura di infrazione aperta dalla comunità europea: la discarica di Malagrotta, al centro di numerose vicende giudiziarie ( l’ultima in cui è indagato Francesco Rando per i tumori nella zona che potrebbero essere collegati alla discarica ) , infatti non rispetta le direttive europee del 1999 e quelle nazionali del 2003 che le recepiscono: i rifiuti devono essere trattati in maniera adeguata prima di essere ammassati in discarica, inoltre i cittadini hanno denunciato alle autorità europee e non tante altre situazioni anomale come il fatto che i rifiuti non siano adeguatamente coperti e isolati . L’ultima scadenza per la chiusura sarebbe dovuta essere il 2007, ma dopo una serie di denunce alla e contro la commissione europea, dopo proroghe che si sono succedute per anni e dopo l’ultima che, secondo la promessa irrealizzabile della Polverini sarebbe anche quella definitiva (ed è stata perfino smentita dallo stesso prefetto ) , dopo i commissariamenti dell’imputato nell’indagine di Lady Asl Marco Verzaschi e dell’ex presidente Marrazzo, antesignani del “distratto” Giuseppe Pecoraro, dopo le proroghe chieste da Veltroni e Alemanno, il polo dei veleni di Malagrotta è ancora lì ed è lontano dal diventare un “parco naturale”.

La situazione critica di Malagrotta esiste da sempre, ma tutti hanno fatto finta di non vederla: lo spauracchio dell’immondizia per strada e il non intraprendere politiche serie per la raccolta differenziata sono degli strumenti ottimi per creare emergenze irrisolvibili, che continueranno a far smaltire rifiuti contrariamente a quello che ci impone l’unione europea, ma anche quello che ci consiglia il rispetto per l’ambiente e il comune buon senso:
il governo ha dichiarato lo stato di emergenza per ovviare a questa situazione sulla quale si sarebbe dovuti intervenire prima e sulla quale si interviene non adeguandosi ai principi che vorrebbero standard di differenziata quattro volte quelli attuali, ma creando due nuove Malagrotta (precisamente 163 ettari per Corcolle San Vittorino e 50 ettari per Riano).

Il governo conferisce a Pecoraro i poteri straordinari di scegliere dei nuovi siti, in maniera emergenziale e quindi in deroga alle normative, limitando la sua scelta a uno studio della regione Lazio  che, come denunciato dai verdi, risulta nella parte in cui si analizza il sito di Quadro Alto,  “scopiazzato” da una precedente proposta sul sito di Riano, un progetto ideato dal Colari di Cerroni


LA SCELTA DI RIANO: UN PIACERE DOVUTO A CERRONI


Manlio Cerroni ha fiuto per gli affari, soprattutto quelli che puzzano: nell’intervista rilasciata a Rainews e presente nel video su Pummarolachannel, intervista precedente alla scelta dei siti, il presidente del Colari aveva infatti espresso delle preferenze. Una era quella di “Monti dell’Ortaccio” che, almeno per adesso, è stata scartata. Era però favorevole al sito che poi, casualità, sarebbe stato scelto da Pecoraro e dal suo “staff”, della “Procoio Vecchio Srl”, e anche a quello che si trovava a poca distanza in località “Procoio Vecchio”. Per questo, afferma nell’intervista, aveva già contattato il proprietario, il principe Boncompagni-Ludovisi, contando sul grande “intuito” suo e dei suoi collaboratori; casualità o abilità, il sito doveva ancora essere scelto, e lui già aveva contattato il principe azzeccandolo: quei tre terreni erano stati "opzionati" dal Colari.

30 lug 2011

Borghezio: il leghista "di copertura"


La Repubblica dei Pomodori aveva annunciato un´azione "via web" per denunciare Borghezio: per le ultime dichiarazioni a radio ies e a radio 24, nelle quali ha fatto l´apologia dell´attentore di Oslo, la procura di Milano ha aperto un´indagine conoscitiva, ossia senza indagati e tesa a scoprire eventuali reati http://www.giornalettismo.com/archives/135196/borghezio-finisce-sotto-processo/. Da notare che solo dopo l´indagine conoscitiva si e´ pentito chiedendo scusa ai familiari delle vittime, che secondo lui erano "colpevoli" di fomentare la "societä multirazziale". Logicamente ha riconfermato, con l´ennesima iporcrisia, le sue "idee". http://www.youtube.com/watch?v=odkfY4nVfOA.

In questo post non perderö tempo ad analizzare i deliri dell´europarlamentare condannato per aver provato a incendiare degli immigrati (per chi si volesse fare un´idea ecco alcuni dei deliri sulla strage di Oslo e sui templari http://www.youtube.com/watch?v=MVElxp7loyU http://www.youtube.com/watch?v=V-pjPqTQgpg)

mi soffermerö su un´altra vicenda PASSATA QUASI inosservata e alla quale, mi risulta, la magistratura non si e´ interessata: NE HANNO PARLATO I COMICI, LE TV WEB DEL MANIFESTO E REPUBBLICA, MA NESSUNA TELEVISIONE O GIORNALE NAZIONALE HA MAI APPROFONDITO LA VICENDA O CHIESTO CHIAREZZA A BORGHEZIO ( da notare che IL PRIMO A PARLARNE FU YOUBLOB).

In pratica Borghezio teneva delle lezioni "di fascismo" al suo pubblico di estrema destra a Nizza: li invitava a "mimettizzarsi" con un movimento regionalistico per non essere etichettati come fascisti "nostalgici". Il video che ritrae "la lezione" di Borghezio era stato realizzato da una tv francese con una telecamera nascosta: Un politico di un partito secessionista ma che si dichiara, di nascosto,fascista oltre a essere RIDICOLO, apre anche scenari inquietanti che DEVONO ESSERE ANALIZZATI NELLE OPPORTUNE SEDI: NON SI PUÖ FARE APOLOGIA DEL FASCISMO IMPUNEMENTE, NON SI PUÖ CONCEPIRE UNA "RICOSTRUZIONE", ANCHE SE MASCHERATA, DEL PARTITO FASCISTA! Un altro post sul Borghezio-Fascio http://movimentoantilega.wordpress.com/2011/07/25/borghezio-e-le-sane-idee/

25 lug 2011

Beppe Grillo e la pensione di Veltroni

Per qualche giorno si è parlato della pensione di Veltroni dopo un post di Beppe Grillo. Il “democristiano-comunista” , da quasi venti anni in parlamento, giornalista, pseudoscrittore e fautore del Partito detto Democratico, ha smentito la notizia.
Guarda il video che riepiloga in 3 minuti la vicenda e spiega chi ha ragione tra i due: sbagliano entrambi. Non ha ragione Grillo perché i dati da lui menzionati, che come ha specificato lui stesso nel post sono ripresi dall’ “Espresso”, sono vecchi, precisamente del 2007; ma non ha ragione nemmeno quel furbo di Veltroni che non ha ricordato di averla presa la pensione, quando non era deputato e quando prendeva anche lo stipendio di sindaco… Ha ricordato solo di essere favorevole a minori costi della politica: a parole sono tutti bravi.
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CLICCA QUI PER VISUALIZZARE IL VIDEO





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Adesso si spiegheranno i due approfondimenti menzionati alla fine del video

1) Come funziona, attualmente, la "pensione" per i parlamentari?
Fonti:http://www.senato.it/composizione/21593/132051/genpagina.htm
http://www.camera.it/383?conoscerelacamera=4
Assegno vitalizio
Il Regolamento per gli assegni vitalizi prevede che il Senatore cessato dal mandato riceva tale prestazione a partire dal 65° anno di età, purché abbia svolto il mandato parlamentare per almeno 5 anni. Il limite di età è ridotto di 1 anno per ogni anno di mandato effettivo oltre il quinto, fino al limite inderogabile di 60 anni.

24 lug 2011

Oslo: giornalismo, pregiudizi e fanatici CRISTIANI

Se l’attentato fosse stato attuato da fanatici islamici i nostri ministri alla difesa, interno e esteri, starebbero già a parlare di intensificare controlli e sicurezza contro il terrorismo internazionale.
Invece dei fanatici razzisti nazi-fascisti “cristiani” (sembra che il “pazzo” non abbia agito da solo) non bisogna avere paura! I giornali “di regime” tartasserebbero l’islam con titoloni del tipo: “ARABO AMMAZZA POVERI GIOVANI ARIANI”: quando si dice “due pesi e due misure”. “La Repubblica dei Pomodori” vi propone un’immagine con titoli e stralci di testate e blog, in diverse date, che parlano da sole con la loro carica di “metainformazione”. Come sempre informazioni utili ai “filologi del futuro” e a quanti volessero analizzare i media.Clicca sulle immagini per ingrandirle









AGGIORNAMENTO (25lugio16:06)TRATTO DA http://nonleggerlo.blogspot.com/ CLICCA QUI e leggi la descrizione della foto

16 giu 2011

12 e 13 Giugno: analisi e conseguenze dei quesiti referendari


MENO FESTE E PIU’ INFORMAZIONE: OLTRE I REFERENDUM

“La Repubblica dei Pomodori” presenta 4 post speciali per i “REFERENDA”:

1) nel primo post un’introduzione che spiega le finalità dello scritto, sono illustrati i quattro quesiti in maniera sintetica
http://larepubblicadeipomodori.blogspot.com/2011/06/impegnarsi-dopo-il-si-per-non.html



2) nel secondo ci sono approfondimenti utili a capire cosa dicono, senza toni “demagocici” (inclusi quelli favorevoli al “sì” che non hanno spiegato completamente gli intenti e i punti di vista dei promotori, preliminari a dare segnali “politici” per riforme di ampio respiro, ma che non si limitano alla semplice abrogazione di norme) i quesiti approvati dagli italiani: quali potrebbero essere le conseguenze delle abrogazioni e quali sono le intenzioni dei “promotori” ?

http://larepubblicadeipomodori.blogspot.com/2011/06/facciamo-pulizia-sulle-parole.html



3)Nel terzo sono riportati i riferimenti normativi oggetto delle abrogazioni: chi non volesse approfondire potrebbe comunque provare a sviluppare maggiore consapevolezza sui “Sì” almeno “sfogliando” con il mouse la mole di articoli e commi gli italiani hanno abolito o connessi a questi.

http://larepubblicadeipomodori.blogspot.com/2011/06/i-quesiti-per-esteso.html



4) Nel quarto post alcuni esempi di disinformazione referendaria sulla stampa italiana con video sul canale Youtube della “metainformativa” “Repubblica dei Pomodori”: Pummarolachannel. Un montaggio in stile “blob” (molto “povero” graficamente ma ricco di contenuti) utile anche a esprimere l’intento dei “referendari”

http://larepubblicadeipomodori.blogspot.com/2011/06/cosa-hanno-fatto-i-media-per-i.html

IMPEGNARSI DOPO IL Sì PER NON VANIFICARE IL VOTO




Cosa bisogna fare per rendere davvero l’acqua un bene “comune”, secondo la definizione del comitato dei “2 sì”? Quali saranno gli effetti dei referendum sull’attuale situazione legislativa? Se non ci si informa nemmeno sul contenuto effettivo delle abrogazioni, se si “propagandano” male i quesiti e, soprattutto, se non si comincia giorno per giorno a essere “vigili” e propositivi sulla gestione di beni e risorse, già da oggi, allora non solo non saranno serviti a nulla, ma potrebbero produrre degli effetti controproducenti e contrari agli stessi principi ispiratori dei “referenda”. Ci si deve attivare in prima persona e non “delegare” nessun altro a informarsi al posto nostro… Non bisogna leggere un volantino o guardare uno spot che dice con tono “populista”: “vota 4 sì contro privatizzazione dell’acqua e profitto dei privati, legittimo impedimento e nucleare” e poi essere convinti di “cambiare il mondo” con 4“sì”. E’ finito il tempo della propaganda e, anche se si è votato “sì” con scarsa consapevolezza, bisogna ora sforzarsi di andare a fondo in questioni così importanti e non farsi prendere da entusiasmi per “vittorie di Pirro” o “vittorie di Bersani”: basta concerti per adesso, basta festeggiamenti e “sfilate” che assomigliano a demagogici cortei “calcistici”… Bisogna agire. Bisogna capire, per esempio, cosa prevede la “situazione stante” ripristinata con il primo quesito abrogativo. Bisogna capire cosa si è “abrogato”e non ripetere come un pappagallo “no alla privatizzazione” e “si al pubblico” quando gli stessi redattori dei quesiti per la gestione dei servizi idrici, come Stefano Rodotà, parlano di “follie ragionevoli” e di un superamento rivoluzionario della dicotomia “pubblico-privato” che dovrebbe essere presentato prossimamente con delle proposte operative (vedi i video del quarto post e l’approfondimento del secondo di questo "speciale" referendum).

Ecco in estrema sintesi cosa dicono i quesiti e quali sono gli attuali effetti della consultazione referendaria, salvo eventuali interventi legislativi auspicati dagli stessi “promotori”, per superare anche la “situazione stante”.



1) I servizi pubblici locali dell’ “acqua” ( e quando si parla di acqua si intende la “gestione” di depuratori, fognature e acquedotti e non la loro proprietà che, in teoria, rimane pubblica anche con il “Ronchi”), dei trasporti e del ciclo dei rifiuti non sono più servizi con “rilevanza economica”, come prevedeva il “decreto Ronchi”: essendo privi di questa “rilevanza” (e quindi del requisito di “economicità”) non ci saranno più delle gare a cui potranno partecipare sia pubblici che privati, come previsto dall’UE per questo tipo di servizi. Le società pubbliche di questi settori non dovranno più cedere gran parte del loro capitale ai privati per rimanere nella gestione senza indire gara, come prevedeva sempre lo stesso “Ronchi”, e potranno ritornare a gestire “in house” (ossia con società totalmente controllate dal pubblico, e quindi incluse in quella “dicotomia pubblico-privato” che i referendari vogliono superare) questi servizi locali.





2) I capitali investiti nei servizi idrici erano remunerati “in maniera automatica” da un 7% incluso nelle voci della tariffa. Questo 7%, per i promotori, era un profitto garantito al privato e non collegato a nessuna politica di “reinvestimento” per migliorare la qualità del servizio. I privati (non solo chi gestisce materialmente il servizio ma anche le banche e gli enti finanziari che anticipano le somme degli “investimenti”), non avendo il profitto “garantito” per legge non sono incentivati a investire.


-Interpretando letteralmente l’abrogazione potrebbero essere possibili, quindi, solo investimenti a fondo perduto con denaro pubblico http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-06-13/tariffa-idrica-anche-referendari-151111.shtml?uuid=AaIX1WfD

-Anche se è stata abolita l’ “adeguata remunerazione del capitale investito” il costo per gli utenti non sparirà, dato che c’è il principio del “full cost recovery”. Gli enti locali potranno “spalmare” sulla “fiscalità generale” (altre tasse) il costo della remunerazione degli investimenti (già pronta una proposta dell’ACEA, spa con maggioranza di capitale pubblico ed ex municipalizzata, nella Capitale http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-06-14/societa-private-bloccano-miliardi-063720.shtml?uuid=AaztpffD ).



3) Gli italiani hanno detto “No” all’energia elettrica prodotta con tecnologie nucleari sul territorio italiano. Il tentativo EVERSIVO del Governo di aggirare la volontà popolare, con la falsa rinuncia al nucleare, non è riuscito.



4) Gli italiani ritengono che il Consiglio dei Ministri e il suo Presidente debbano recarsi, con le possibilità che hanno tutti i cittadini, alle udienze. Esiste già, per qualunque cittadino imputato, la possibilità di sollevare “impegni” (per esempio un concorso pubblico) per rimandare l’udienza. E’ la magistratura che decide caso per caso e non esistono “cittadini più uguali degli altri”, come ha sostenuto Berlusconi.

“FACCIAMO PULIZIA SULLE PAROLE”



“FACCIAMO PULIZIA SULLE PAROLE”
Questo rispondeva pochi giorni prima del referendum a chi parlava di “bufala” della “privatizzazione dell’acqua”, in un’intervista ampiamente riportata nei video di PUMMAROLACHANNEL a radioradicale, Stefano Rodotà, docente Emerito di diritto civile a “la Sapienza”, estensore dei quesiti referendari ed ex parlamentare. E risponde spiegando che “l’acqua rimane con un’etichetta pubblica ma è sostanzialmente privatizzata” infatti è assodato che “non è decisivo il titolo formale pubblico o privato, ma la gestione, chi gestisce il servizio è decisivo”: il problema è proprio quello di trovare nuove forme di gestione, auspicate dagli “ideatori” dei “referenda”, e non di restare alla situazione stante (per il primo quesito, secondo il sole 24 ore “si ritorna al soprannominato "emendamento Buttiglione", all'articolo 14 del decreto legge 269/2003 che legittimava l' “in house” senza la gara”). Quindi la parola “privatizzazione” non è corretta da un punto di vista formale: il “Ronchi” apriva, almeno quanto alla sinistra (vedi il video), maggiormente il mercato ai privati: ne favoriva l’entrata e, secondo le visioni liberali, potrebbe essere positivo, ma “ufficialmente” l’acqua e le reti idriche rimanevano pubbliche.
Riguardo alla balla, promossa dai sostenitori del “No”, che dice “l’unione europea ci impone le gare”, si ricorda che è falso: l’UE lascia discrezionalità nel decidere quali servizi debbano rientrare nella categoria (dinamica e non statica) della “rilevanza economica”, e cioè quali servizi debbano avere il requisito di “economicità” (per approfondire http://doc.sspal.it/bitstream/10120/1069/1/lombardo_servizi.pdf); gli altri, quelli “privi di rilevanza economica”, sono gestiti interamente dallo Stato che comunque potrebbe affidarli a dei privati o escogitare altre forme di gestioni miste (ed è la situazione dei comuni italiani in cui i servizi idrici sono “in mano ai privati”).
Si ricorda, a proposito di gestioni dello Stato o del mercato, che i promotori del referendum, sempre stando a quanto spiega Rodotà, vogliono superare il contrasto “pubblico-privato”, vogliono uscire da una gestione che sia affidata o allo Stato o al mercato (vedi la conclusione dell’intervista nel video): si aspettano le proposte operative per riempire questo concetto rivoluzionario.

Mentre invece, per il secondo quesito, c’è il rischio che “la remunerazione del capitale investito” sia spalmata su altri tipi di tasse e non sulle bollette: è infatti in vigore il principio del “full cost recovery” (cioè recupero dei costi “ambientali” e di quelli “industriali” che comprendono sia i costi di gestione che i CAPITALI investiti --–su questo bisogna dire che sostenitori sia del “No” che del “Sì” concordano sul fatto che non esistono logiche adeguate di “reinvestimento” di questi capitali e alla fine del post capiremo anche da cosa deriva il famoso “7%”---).
Intanto arrivano anche le soluzioni di finanza “creativa” dell’ACEA spa (51% a capitale pubblico e un grande ruolo di Caltagirone con circa il 9 %) che, nonostante il “disincentivo” negli intenti dei “referendari” di fargli perdere quel 7% e di rendere incompatibili le parole profitto e acqua, non sembra farsi “colpire” dall’esito referendario, o almeno cerca di “attenuare” le perdite:”l’attenzione dei manager del settore ora è concentrata sul Governo: l'aspettativa è che si possano recuperare, almeno nel breve periodo, i mancati introiti sugli investimenti (anche quelli pendenti dello scorso anno) con un intervento sulla fiscalità generale, come ha confermato ieri anche Cremonesi -----presidente di Acea Spa NDpummarola----, ad esempio riconoscendo alle società crediti di imposta. Con il risultato che alla fine, comunque, acqua privata o no, il conto lo pagheranno i cittadini FONTE IL SOLE 24 ORE .

Per questo è fondamentale tenere presente gli “intenti” e lo “spirito” di queste abrogazioni che fanno parte di un progetto più complesso: quello di far diventare l’acqua e altri beni “comuni” (e non semplicemente “pubblici”) e di farli gestire in modo da coinvolgere sempre di più la cittadinanza, svincolandosi da qualunque logica di profitto. Il principio ispiratore delle nuove forme organizzative sarebbe l’articolo 43 della nostra Costituzione che profilerebbe una “terza via” tra pubblico e privato (come crede e spiega Rodotà in questohttp://www.acquabenecomuneverona.org/2010/08/rodota-riflessioni-sui-beni-comuni/#more-1798 articolo, utile a capire anche la definizione di “bene comune”).

Infine, il tasso fisso di remunerazione del capitale investito del “7%” risale al 1996 e porta la firma di Tonino Di Pietro (dava continuità a un’iniziativa legislativa del governo Ciampi). In pratica la cifra dell’ “adeguata remunerazione del capitale” prevista dal “Ronchi” era stabilita da un precedente atto. Brunetta lo ha “rinfacciato” a “lui-noi, dell’italia dei valori” nel corso dell’ultima puntata di annozero.



Il quesito del nucleare è quello che, secondo gli esperti di statistica, i giornalisti e i politici, ha fatto da “traino”: dopo “Fukushima”, i tentativi del governo e della “malainformazione” di far disertare il voto, sono risultati vani. Inizialmente il quesito aboliva le norme che davano il via al “piano nucleare” in Italia. Berlusconi, in una conferenza stampa con il premier francese, dichiarò ufficialmente e con un’innocenza EVERSIVA http://www.youtube.com/watch?v=QoMnrtQPSxU di voler “sospendere” solo temporaneamente il nucleare per aggirare la VOLONTà POPOLARE che si doveva esprimere con il referendum, riprendendolo quanto non sarebbe stato più un tema discusso, cioè quando quei “coglioni” degli italiani si sarebbero scordati tutto… Ma stavolta non gli è andata bene (anche se, potenzialmente, interpretando la legge a livello puramente letterale il nucleare, con il “Sì” dei cittadini, si potrebbe attuare da subito senza la moratoria che lo sospendeva per un anno, secondo i promotori del No; gli italiani si sono espressi però sull’abolizione delle norme che consentono la creazione di energia nucleare sul territorio italiano: non lo vogliono. Gli anni per i quali non potrà partire più il nucleare –cioè la validità di un referendum abrogativo con esito positivo- sono oggetto di contrastanti pareri giudici (mentre l’esito negativo del referendum abrogativo dura 5 anni, ossia la norma dura per almeno 5 anni)...
Il Governo ha provato a far fallire il quesito sul nucleare annullando tutte le abrogazioni proposte dai promotori senza rinunciare ai principi ispiratori che la cittadinanza proponeva di abrogare: secondo la Corte di Cassazione si poteva tranquillamente dare il via al nucleare (e del resto quello sfacciato-EVERSORE di Berlusconi lo ha anche dichiarato ufficialmente). SENTENZA http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:U86WsFSbdGQJ:www.dirittisocialiecittadinanza.org/Documenti/ordinanza%25203%2520giugno%25202011.pdf+%22antonio+di+pietro,+signori+vincenzo+maruccio%22&cd=5&hl=it&ct=clnk&gl=it&source=www.google.it
Il Presidente del Consiglio dei Ministri provò a ricorrere alla Corte Costituzionale, tramite l’Avvocatura dello Stato e sostenuto da “Fare ambiente” al fine di invalidare la “riformulazione” del quesito decisa in Cassazione: niente da fare, si è votato! SENTENZA http://www.leggioggi.it/allegati/corte-costituzionale-sentenza-174-del-7-giugno-2011-si-al-referendum-nucleare/



A quesito riformulato le schede vengono ristampate (ed è sempre un costo per il cittadino) dopo i milioni bruciati per non aver accorpato i referendum alle amministrative (tanto paga “Pantalone”), ma non quelle all’estero che hanno il quesito “vecchio” e sono state già votate entro il 2 giugno; vecchio quesito, però, vuole sempre abolire la produzione di energia elettrica nucleare in Italia: a breve sulla questione del “quesito 3” all’estero si pronuncerà l’apposito ufficio della Cassazione e se ne dovrebbe discutere anche in parlamento.


E alla fine ecco l’illegittimo impedimento: è l’ennesima “leggina” presentata per “prendere tempo” con la giustizia: la legge è uguale per tutti, tutti i cittadini hanno già un “legittimo impedimento”: se ci sono impegni o circostanze gravi il giudice rimanda l’udienza. Sollevare “fantomatici” impegni istituzionali per evitare la legge è EVERSIVO. Avere anche 40 procedimenti giudiziari a carico è normale se si delinque con elevata frequenza. Anche scampare alle condanne è normale se ci si compra i giudici o se si cambiano le leggi depenalizzando i reati commessi prima di “scendere in campo”. Che si vuole dire di più? E’ più di un decennio che ci ammorba con la persecuzione giudiziaria…

I quesiti per esteso

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fonte: NORMATTIVA

PRIMO QUESITO



COSA HANNO FATTO I MEDIA PER I REFERENDUM?

Tanta confusione. Le varie tribune, come quelle di Rainews, non hanno mai illustrato il contenuto effettivo dei quesiti, e non ci sono stati nemmeno dei servizi appositi che spiegassero precisamente il contenuto dei referendum. Gli altri media, e perfino gli spot ufficiali, parlano genericamente di “privatizzazione” dell’acqua (come nel video di CorriereTv in cui si dice erroneamente che si vota per l'“acqua potabile” e non per i "servizi idrici"), di nucleare e legittimo impedimento senza spiegare nulla, per esempio, delle intenzioni del comitato “Acqua Bene Comune” o della formazione del comitato contro il nucleare.
Tanta poesia e poca informazione è arrivata anche da programmi come Annozero (speriamo che Santoro si dedichi più alle inchieste e meno allo “talk-show”): Celentano ha chiamato Mentana dopo che è finito Annozero, chissà quanto ha speso di telefono… Ci volevano meno cantanti e più esperti, ma nulla è perduto e i 4 “si” non si devono vedere come una vittoria, MA COME UN FATICOSO PUNTO DI INIZIO.

Da notare l' "assist" di Floris a un evidente D'Alema in difficoltà (nel video si vede che il sorridente conduttore di Ballarò dà la parola alla Polverini salvando il povero Massimino che non sapeva più cosa dire, sbugiardato da quel servo di Belpietro...).




LINK PARTE 1




LINK PARTE 2


link parte 3 http://www.youtube.com/watch?v=RGlDgU2d2kc



link parte 4 http://www.youtube.com/watch?v=duYm-AtrdhQ